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Negli scorsi anni sono stati effettuati lavori di restauro del campanile resi necessari da evidenti segni di cedimento.

 

La spesa complessiva per la realizzazione dei lavori è di 283.000€ di cui 54.000 già coperti grazie alla pubblicità sull'impalcatura.

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La cifra a carico della nostra comunità è quindi di 229.000€.

38.285€ / 229.000€

GRAZIE a chi, sentendo questa parrocchia come la sua famiglia, vorrà contribuire alla spesa.

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COME? 

1. Tramite offerte straordinarie durante la messa;

2. Tramite offerte in busta chiusa per le necessità della Chiesa;

3. Tramite bonifico bancario, anche in via continuativa, sul conto corrente della parrocchia intestato a:

PARROCCHIA DI SAN GIORGIO MARTIRE

IBAN: IT93P0503411716000000044428

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Pantheon Verona, Marzo 2021.
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Sugli archi della cella campanaria vi erano dipinti raffiguranti drappi rossi che da terra davano l'impressione che vi fossero sempre esposti tendaggi da festa. Si possono vedere alcuni resti di affresco solamente sull'arco interno che si affaccia sul lato della chiesa.

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Sempre nella zona della cella campanaria possiamo notare quattro palloni che, nonostante sembrino blocchi di pietra, sono in realtà cavi e realizzati con pezzi tenuti insieme da strisce di ferro.

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STORIA E CURIOSITA'

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La tradizione vuole che la progettazione del campanile sia attribuita all'architetto veronese Michele Sanmicheli, tuttavia il suo ideatore e costruttore è da identificare in un suo parente e discepolo: Bernardino Brugnoli.

 

L'opera, rimasta incompiuta, probabilmente non fu portata a termine perchè non si intendeva superare per altezza la Torre dei Lamberti, posta poco più in là nel centro cittadino, oppure per motivi militari o forse per la semplice mancanza di sufficienti risorse economiche.

Più volte vennero presi in considerazioni progetti per il suo completamento, ma nessuno raggiunse la fase esecutiva.

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Nel 1913 una palla di cannone, durante una sparatoria tra austriaci e francesi, ha colpito la parte alta del campanile e ancora oggi possiamo vederne il segno.

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ARCHITETTURA

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Il manufatto è realizzato in tufo con una base in pietre sbozzate. Il primo piano, che costituisce anche il primo ordine architettonico, è l'unico completato secondo le intenzioni originarie del progettista ed è caratterizzato dalla presenza di una grande finestra a feritoia per lato in stile barocheggiante.

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Ai lati delle facciate delle lesene di ordine ionico terminano in un ricco fregio in cui si ripetono scolpiti alcuni simboli liturgici: un calice, un messale aperto, una croce astile e due ampolle.

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Il secondo ordine venne appena abbozzato e successivamente completato grossolanamente con la costruzione in cotto della cella campanaria a cui si acceda da una comoda scala interna.

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La cella ospita sei campane in scala musicale di Sol3 calante.

Vennero fuse dal celebre fonditore Giuseppe Ruffini nel 1776, mentre la minore venne aggiunta dal fonditore Chiappani a metà del XIX secolo.

Il complesso campanario non solo è noto negli ambienti storici e scientifici per il pregio artistico decorativo e per la bellezza del suono, ma anche per avere dato i natali alla tecnica di suono manuale dei concerti di Campane alla veronese tutt'oggi praticata anche in questo campanile.

 

Originariamente il campanile era raggiungibile dalla sagrestia attraverso un sotterraneo passante sotto l'altare maggiore che venne poi chiuso in occasione del restauro novecentesco.

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